LA LOCANDA ALLA FINE DEI MONDI

dove i commensali giocano a raccontare storie

Giano: il ritorno del Locandiere

Mi chiamavano Caos gli antichi, - ch'io sono antica divinità.

Quanto vedi ovunque, il cielo, il mare, le nubi, le terre, tutto si chiude e s'apre per mia mano. Presso di me è la custodia del vasto universo, il diritto di volgerne i cardini è tutto in mio potere.
Quando mi piace trarre dalla quiete del tempio la Pace, ella cammina libera per vie interrotte. Il mondo intero sarebbe lordato dal mortifero sangue se robuste sbarre non tenessero rinchiuse le guerre;
Custodisco le porte del cielo, e il fatto che Giove stesso ne esca e rientri è nelle mie mansioni. Perciò sono chiamato Giano;
Ogni porta di qua e di là ha due facciate: per chiunque da ovunque arrivi, una faccia è davanti e l'altra è nascosta.


Ma neanche se vi foste volti a guardare avreste potuto intuire quale fosse la faccia nascosta del precedente oste, e quanto egli fosse padre di menzogna.
Aveva aspetto di commensale generoso, mentre porgeva una coppa dorata...ma all'interno solo del dolce veleno imbottigliato per voi.
Io sono stato chiamato Dio degli inizi, tanto che del mio nome l'inizio di ogni anno dell'uomo s'appella. E così è di fronte al vostro inizio che vi pongo.
Là, davanti al focolare dei vostri albori, quando ancora non sapevate parlare e, nonostante questo, riuscivate a raccontare.
Io ero lì a guidare i vostri primi passi nella giungla delle scoperte e delle insidie, ad aprirvi la strada verso il futuro.
Tacitamente ho indicato quali soglie varcare e quali evitare.
Ma operare in tanto silenzio, lasciare alla vostra giovane mente l'illusione dell'autosufficienza fece si che altri miei figli monopolizzassero le vostre attenzioni di devoti.
Fuoco, mare, cielo e terra, il cui andare, venire e volgere era dato esclusivamente dalla mia volontà, crebbero ai vostri occhi; diventarono Dei più grandi di me, e così smetteste di ascoltarmi.
Ma, cosa ancor più grave, smetteste di ascoltarvi.
Ed è così che dalla notte dei tempi vi battete; col fuoco e con le fiamme vi bruciate, vi distruggete, in mare combattete e vi dimenate con armi e con odio graffiando la terra.
Non ascoltate più la vita dei vostri fratelli, ma soltanto le grida dei pianti e delle battaglie.
Altri culti si sono succeduti, altre divinità, e slogan e pubblicità che vi hanno spacciato per storie sono diventate le vostre bandiere, così che vi fosse più facile riconoscere il pretesto per uccidere.
Non avevo più mezzi per contrastare tutto questo, così, deluso, inerme ed amareggiato, spogliato del mio ruolo, decisi di aprire un'ultima porta.
Quella di questa locanda.
Raccogliendo coloro che hanno ancora voglia di raccontare, dando loro qualcuno che ha ancora voglia di ascoltare, perchè germogli nel mondo di nuovo qualche coscienza che sia in grado di volgere la vostra attenzione là dove serve, come una volta volgevo i venti nelle vostre vele.
Questo è l'ultimo compito che ho scelto.
Ma è evidente che qualcuno non apprezza.
E questo mi è di molto conforto: questo vuol dire che quel che faccio sortisce qualche effetto in fondo.
Un vigliacco ingannatore, Anansi il suo nome, si finse oste di questa locanda e mi rinchiuse tempo addietro nei meandri di questo edificio. Egli aveva perduto le storie, e le rubò agli ignari avventori della locanda. Quando fu soddisfatto del suo furto se ne andò per la sua strada, lasciandomi intrappolato.Ma ora, grazie a questa giovane sono di nuovo libero! Giano non ama essere in debito, pertanto, chiedi, o fanciulla, e ti sarà dato!

 

Come dici? Vorresti camminare di nuovo....?

Ora puoi alzarti, giovane donna.

Quanto a voi, ricordate: di tutto, questo è rimasto: l’aver vissuto e l’aver raccontato. Questo sarà il guadagno del gioco, anche se sarà perso l’oro della posta. E la fine di una storia sarà l'inizio di un altra. Raccontatela, quando sarete tornati a casa.